Mostra fotografica “CATTEDRALI RURALI”
Inaugurazione: sabato 20 ottobre alle ore 18:00 presso la sede della galleria – San Marco 3448 – Venezia
Presenterà la mostra: Paolo Coltro
La mostra inizia il 20 ottobre e chiude il 3 novembre 2012
Finissage: sabato 3 novembre ore 18:00 alla presenza del fotografo
Orari galleria: 10:00 – 13:00 e 15:30 – 19:30, giorno di chiusura: domenica
Marco Maria Zanin è un fotografo attento alla nuova dimensione vibrazionale del pianeta. Il suo impegno per la tutela del suolo agreste e per una società che integri nei valori etici il rapporto uomo natura come principio di misura per stabilire parametri equilibrati nelle operatività future, è certamente un elemento che aiuta a capire il lavoro svolto in questi anni dietro la macchina fotografica. Ruderi di edifici assumono sembianze antropomorfe e innalzano fieri al cielo la storia della loro esistenza, mostrando il processo di continua contaminazione con il contesto circostante, indicando agli umani la via per un approccio rispettoso del tempo, che scrive le tracce del suo passaggio sulla materia e sulle cose che incontra.
Le cattedrali rurali non sono un ricordo, ma sono la testimonianza di quello spazio sacro presente nel profondo di ogni anima, in cui vive il legame ancestrale, e filiale, tra l’uomo e la terra.
Se la modernità ha reciso le connessioni profonde che sorreggevano le relazioni, tra cui il sacro vincolo con la terra, ciò che può aiutare a ricomporle, è l’arte.
L’arte è racconto, ma anche strumento alchemico: costruisce ponti, unisce elementi, rompe barriere e sovrastrutture. Apre nuove possibilità.
Comunicare e fruire bellezza significa risvegliare umanità.
La Pianura Padana, simbolo di veleni e di industrializzazione selvagge, in queste foto di Marco Maria Zanin, si presenta come una grande anima a cui si da l’incarico di palesare una filosofia che lusinghi le speranze di chi, in questi anni di depravazioni e deturpazioni ha immaginato il ritorno del primato della natura su quello dell’industria. La nebbia riporta il candore interiore, suggestione necessaria per una revisione del nostro vissuto strutturale. La poetica dell’aratura, elaborata dai contadini nei segni del terreno, avvicina l’uomo alla terra con la consapevolezza che entrambi sono indissolubilmente legati allo stesso destino.
Il campo di osservazione scelto da Marco Maria Zanin ci aiuterà a comprendere, anche nelle prossime stagioni, e a meditare sulle nostre responsabilità.