VITE NOTTURNE the night of the shining grapes
Fotografie di Enzo Isaia
La Salizada galleria, dal 11 novembre al 9 dicembre 2017
Inaugurazione venerdì 10 novembre 2017, ore 18.30
presso La Salizada galleria, San Marco – San Samuele 3448 – Venezia
presenterà Carlo Montanaro
Sarà presente il fotografo e nell’occasione l’amico Cleto Munari presenterà, all’inaugurazione, alcuni bozzetti di gioielli, ispirati alle opere fotografiche.
E pensare che sarà vino, perdendo la perfezione della forma e la bizzarra casualità del supporto. Quell’uva, generata dalla natura per diventare altro. Con alle volte fasi intermedie ed alternativamente trasgressive che prefigurano l’ebrezza possibile dell’indispensabile trasmutazione. Eppure, se è vero che la fotografia nasce per cogliere l’attimo fuggente e rivelare l’apparentemente impossibile, grazie alle modernissime, leggere attrezzature del contemporaneo, ecco un led ritagliare nella notte i più sinuosi, complessi, immaginifici dei gioielli possibili, stabilizzando modelli unici, irripetibili e caduchi. Scoprendo la struttura stessa della vitalità della pianta. Con, tra l’altro, la replica attualizzata, di quella ricerca quasi stregonesca che, agli albori della diffusione delle immagini riprodotte automaticamente, rese magici i “contatti” su carta di foglie dalle trame affascinanti rese percettibili proprio dalla luce nel procedimento fotografico per eccellenza negativo-positivo messo a punto dall’inglese Fox Talbot: quei “calotipi” chiamati poi per antonomasia “talbotipi” che per la semplicità e l’immediatezza del processo assumeranno più tardi nelle mani di Man Ray, di Lazlo Moholy Nagy o di Luigi Veronesi la dimensione di una geniale sperimentazione astratta che nega la riproducibilità insita nel mezzo fotografico, producendo sempre e solo opere uniche. Enzo Isaia, invece, la luce la utilizza per ritrovare nella notte quelle forme che dopo una manciata di secondi non esisteranno più. Isaia indaga e sceglie, cogliendo –proprio come nella più classica tradizione fotografica- quell’attimo fuggente in cui la sinuosità del pampino sta all’acino, come una preziosa maglia d’oro nelle mani di un maestro orafo viene estesa sino a sostenere una perla, il frutto naturale e splendente dell’irritazione dell’ostrica, uno scampolo eterno di luce. Mentre l’acino ritrovato da Enzo Isaia nella notte, grazie ad una minimale fonte di luce puntiforme, diventa immaginifico e straordinario proprio perché qualche momento dopo non sarà più quello e dopo qualche giorno inizierà il processo della sua trasformazione in umore secreto dalla terra e rielaborato dall’uomo. Quell’”altro” che Enzo Isaia nella sua carriera di creatore di immagini dedicate alla promozione di opere e prodotti dell’altrui ingegno, stava probabilmente cercando per ritrovarsi in un mondo naturale sublimato nella sua semplicità da una straordinaria capacità tecnica di guardare oltre.
Testo di Carlo Montanaro
GRAPPOLI DI IMMAGINI FUORI ORARIO
Per tre anni e tre vendemmie, un uomo, un cane e una macchina fotografica si sono aggirati nottetempo nei vigneti, sfidando il freddo e il sonno, il fango e i fossi, vignaioli ansiosi e passanti curiosi, con un solo obiettivo: fotografare l’invisibile in una situazione improbabile.
Il risultato sono circa 40 immagini che distillano le forme di acini, grappoli, tralci e pampini, illuminate da un singolo led e da un piccolo specchio, proiettandole in un mondo fantastico:
come gioielli unici appoggiati sul nero velluto della notte.
Giorgio La Rocca
VITE NOTTURNE – Grappoli di immagini fuori orario di ENZO ISAIA
Ho settantacinque anni e posso affermare con serenità di aver fatto di tutto per complicarmi la vita, soprattutto quella lavorativa. E sovente, con mia grande soddisfazione, ci sono riuscito: proprio come in questo caso.
Trovandomi spesso a girovagare per le vigne, un giorno, in periodo di vendemmia, alla mia macchina fotografica venne il desiderio di riprendere i grappoli d’uva ancora appesi ai tralci.
Che cosa avrebbe fatto un fotografo “normale”? Si sarebbe probabilmente organizzato per scattare con relativo comodo e ottenere il massimo: tra la nebbia opalescente del mattino, nello splendore del mezzodì o con la luce radente del tramonto. Di giorno, insomma.
Immediatamente scartata questa soluzione, mi restava a disposizione la notte.
Ma chi li vede i grappoli di notte? C’è un buio accecante!
Sì, ma io li illumino! Bravo, e con che cosa?
Ovviamente, non con un parco lampade alimentato da un gruppo elettrogeno caricato su un furgone e manovrato da due assistenti (cosa che ho fatto sovente in passato, specialmente per la pubblicità) e quindi: di necessità virtù.
Ho deciso per un solo led alimentato da una batteria d’auto e per uno specchio che rischiarasse le zone particolarmente scure. Tutto qui.
In campo è sempre e solo scesa la formazione titolare: la mia cagnetta Cleo, la mia fotocamera ed io.
Problemi? Se vogliamo escludere gli sciami di insetti attirati dalla luce, un tasso di umidità che mi faceva amaramente rimpiangere la giungla, alcuni visitatori inaspettati, tra i quali un cinghiale particolarmente intraprendente, e il fatto di essere preso per matto, tutto bene.
La mia fedele macchina fotografica si è così potuta soffermare sia sui grappoli d’uva, sia sui grappolini di San Martino (sono quei gruppetti di acini, a volte anche acini singoli, che vengono volutamente dimenticati sui filari perché troppo piccoli e troppo acerbi): sempre sperando nell’assenza di vento. Con lunghe esposizioni, infatti, le foglie sarebbero venute molto, ma molto mosse.
Soddisfatto? Abbastanza. Reumatismi? Non c’è male, grazie.
Pronto a ripartire? Ovvio!
Avete qualche idea?
Enzo Isaia:
Nasce a Pordenone nel 1941, ma vive e lavora a Torino, dove si trasferisce già in giovanissima età. Dopo gli studi classici frequenta la Facoltà di Architettura, che abbandona per dedicarsi completamente alla fotografia, affascinato dai lavori di Cartier-Bresson e dai grandi reportages dei periodici (Life, Look, Paris Match, Stern, Epoca).
Inizia un percorso fotografico sul tessuto sociale della Torino degli anni ’60, rivelando spiccato spirito di osservazione e simpatica ironia. Nel 1964, chiamato alle armi come ufficiale di fanteria alpina, approfitta per fissare in immagini B/N tutto il periodo della “naja”, dal primissimo impatto con la caserma fino al congedo. Immagini che verranno pubblicate per la prima volta nel 1968 nel volume fotografico “Noi Alpini” (ristampato in 5 edizioni), con il testo e le didascalie di Giulio Bedeschi, autore del best-seller “Centomila gavette di ghiaccio”.
Successivamente si avvicina all’advertising: lavora girando il mondo, si dedica in particolar modo a grandi still-life di automobili, trattori, aerei, autocarri e moto. Sia in esterno che in teatro di posa. E grande è il piacere di fissare l’obiettivo su oggetti di meraviglioso design, come le automobili Ferrari e Maserati.
Svariate sono le occasioni per scatenare la vena creativa di Isaia, punto di partenza delle sue mostre, vuoi la pervicace osservazione dei cieli, vuoi gli appostamenti decennali per riprendere le meravigliose colline delle Langhe, del Roero e soprattutto del Monferrato. E da qui nasce “Vite notturne”.
www.enzoisaia.com
Enzo Isaia
VITE NOTTURNE the night of the shining grapes
Organizzazione: La Salizada Galleria
www.lasalizada.it – info@lasalizada.it
Inaugurazione: venerdì 11 novembre 2017 alle ore 18:30
presso la sede della Galleria – San Marco 3448 – Venezia
La mostra inizia il 10 novembre e chiude il 9 dicembre 2017
Orari galleria: 10:00 – 13:00 e 15:30 – 19:30, giorno di chiusura: domenica
ufficio stampa: galleria La Salizada – info@lasalizada.it – telefono-Fax: +39 041 2410723
Con la collaborazione di Studio Antonio Dal Ponte, Venezia e l’amichevole partecipazione dell’associazione Laguna nel bicchiere “le vigne ritrovate”